Manikins
La condizione post-umana pone il soggetto al centro di una realtà reticolare pervasa dalla tecnologia che trasforma tutto in forme e geometrie astratte. Fra le gru, la spiaggia, le panchine, i moli, l'uomo è prigioniero della realtà stessa che ha contribuito a costruire. La solitudine diviene, allora, la situazione esistenziale degli individui, che rivendicano il proprio piccolo spazio, separati fra di loro e dalla comunità. Incapaci di dialogare, vagano senza scopo, ipnotizzati dal Moloch della tecnica che li spinge verso una deriva regressiva, laddove riaffiorano mostri ancestrali. Sotto la razionalità securizzante di linee e volumi, riaffiorano le angosce primordiali di un io sempre più soffocato e compresso dalla ipermodernita'. In questo scenario allucinato, gli uomini, ignari, divengono manichini di sé stessi, intrappolati nella fitta rete di astrazioni, spesso inconsapevolmente, generate da loro
The post-human condition places the subject at the center of a reticular reality pervaded by technology that transforms everything into abstract shapes and geometries. Among the cranes, the beach, the benches, the piers, man is a prisoner of that reality he contributed to build. Then loneliness becomes the existential condition of individuals, increasingly separated from each other and from the community itself. Unable to talk, they wander aimlessly, hypnotized by Moloch of the technique that pushes them towards a regressive drift, where ancestral monsters resurface. Under the reassuring rationality of lines and volumes, the primordial anxieties of an IO increasingly suffocated and compressed by hypermodernity resurface. In this hallucinated scenario, men, unaware, become dummies of themselves, trapped in the dense network of abstractions, often unwittingly generated by themselves.